Dieta chetogenica, Diete, diete e... diete!

Le diete CHETOGENICHE – #3

Proseguiamo la trattazione delle diete chetogeniche illustrandone le diverse tipologie e i diversi approcci esistenti.

Ketogenic low carbs diet concept
(immagine dal web)

Le diverse tipologie di dieta chetogenica

Esistono diversi tipi di diete chetogeniche, basate tutte sul principio di far entrare il corpo nello stato metabolico della chetosi, descritto negli articoli precedenti.

La classica dieta chetogenica è quella alimentare (senza l’ausilio di prodotti specifici, detti appunto chetogenici), in cui il paziente segue un’alimentazione quasi normale nella strutturazione dei pasti, con la quasi completa assenza di carboidrati. Mangerà soprattutto alimenti ad alto valore biologico quali carne, pesce, formaggi, uova e grassi da condimento (olio, olio di cocco, burro, avocado), insieme a determinati tipi di verdure. Le verdure sono infatti l’unica fonte di carboidrati concessa, seppur con alcune limitazioni: alcune possono essere consumate solo in quantità limitate, altrimenti il rischio è di assumere una quantità eccessiva di carboidrati. Questa dieta prevede di solito una fase di adattamento della durata di 2-3 settimane in cui il corpo impara ad usare i chetoni come fonte energetica, e una fase di chetosi vera e propria che si prolunga nel tempo a seconda di quanto peso si voglia perdere. Una volta raggiunto il peso desiderato, si inizia un periodo di transizione, in cui si reintegrano gradualmente i carboidrati e si ritorna ad un’alimentazione tradizionale, quale può essere ad esempio la dieta mediterranea. È importante che questa fase venga fatta in maniera altrettanto rigorosa e con le giuste tempistiche, in quanto determinerà la capacità di mantenere nel tempo i risultati raggiunti, evitando lo sgradevole effetto yo-yo.

Molto in voga sono anche le diete chetogeniche strutturate con l’uso esclusivo di “pasti sostitutivi”. Esistono delle aziende che producono degli alimenti del tutto identici nell’aspetto e nel sapore al cibo tradizionale, ma con una bassissima percentuale di carboidrati e un’elevata percentuale di proteine. Questi prodotti necessitano di prescrizione dal medico o dal biologo nutrizionista, che stilerà il piano alimentare da seguire. Questa dieta è normoproteica e, diversamente dalla prima, è ipolipidica, oltre che ipoglucidica. Questo approccio presenta numerosi vantaggi, primo tra tutti quello di essere molto vario e permettere di consumare cibi che in una chetogenica classica sono assolutamente da evitare come ad esempio pasta o pane o dolci. Questo permette una maggiore sostenibilità psicologica della dieta anche per periodi di tempo più lunghi, fattore di grande importanza in chi necessita di perdere molto peso, come nel caso dei grandi obesi, dove è previsto un tempo abbastanza lungo di permanenza in chetosi. I pasti sostitutivi sono ricchi di proteine ad alto valore biologico e apportano la giusta quantità di amminoacidi essenziali. Essendo grammati e standardizzati è molto difficile che il paziente incorra in errori dovuti ad esempio ad approssimazioni del peso dell’alimento. Inoltre il protocollo che viene stilato con i pasti sostitutivi è molto semplice da seguire e il fatto che molti alimenti siano già pronti, rende più semplice la preparazione dei pasti da parte del paziente. I pasti sostitutivi permettono inoltre di creare una dieta ben bilanciata, cosa fondamentale per il mantenimento del peso, soprattutto dal momento che si tratta di una dieta VLCKD, cioè a basso apporto calorico. Non è da negare che i pasti sostitutivi hanno un costo ma in realtà non è molto diverso dalla spesa che si affronta mensilmente per gli alimenti tradizionali.

Una variante della dieta chetogenica, è la dieta chetogenica oloproteica nota anche come protocollo Blackbourn. Anche questa dieta rientra nella categoria delle VLCKD ed è ipolipidica. Viene fatto un unico pasto con alimenti tradizionali, quindi carne o pesce con un contorno di verdure mentre gli altri due pasti vengono fatti con degli shaker di proteine in polvere. Questa dieta prevede un periodo di permanenza in chetosi di soli 21 giorni ai quali segue una fase di transizione che permette di ritornare gradualmente ad una normale alimentazione.

Anche gli sportivi possono sottoporsi a diete chetogeniche, soprattutto per perdere peso in eccesso nei periodi di definizione. In questi casi può essere applicata la Target Ketogenic Diet, dove, dopo gli allenamenti, per ricostituire le scorte di glicogeno muscolare necessarie a sostenere l’attività fisica intensa, vengono inserite delle ricariche di carboidrati. Con lo scopo di continuare l’attività fisica durante un regime chetogenico, possono essere anche fatte delle diete chetogeniche cicliche in cui si alternano periodi chetogenici a periodi con alti carboidrati.

Siamo giunti alla fine di questa serie di articoli sulla dieta chetogenica. Se avete dubbi o domande, scrivete pure nei commenti!

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