Dieta chetogenica, Diete, diete e... diete!

Le diete CHETOGENICHE – #1

Dieta mediterranea, dieta mima digiuno, dieta Dukan, dieta chetogenica, dieta VLCD, dieta dissociata, ecc.. Oggi giorno si sente parlare di numerosissime tipologie diverse di diete, fondate su principi differenti ma con il comune scopo di far perdere peso. Ho deciso di scrivere una serie di articoli in cui vi parlerò di tutte queste diete, per approfondirne i principi e le basi scientifiche.

Iniziamo con una dieta molto in voga in questo periodo, la dieta chetogenica.  In questo primo articolo vi spiegherò le origini di questa dieta e in cosa consista precisamente. Nei successivi vi parlerò delle diverse varianti, dei vantaggi, degli svantaggi e a quale tipologia di utenti è rivolta.

salmone

 

Come nasce la dieta chetogenica?

La dieta chetogenica nasce originariamente per rispondere a delle esigenze cliniche. Nel ‘900 era stato osservato come nei bambini che soffrivano di epilessia farmaco resistente, il digiuno avesse degli effetti positivi nel ridurre la sintomatologia. Non essendo possibile per ovvie ragioni sostenere dei digiuni prolungati, gli studiosi hanno ideato un’alimentazione che mimasse gli effetti stessi del digiuno, in modo tale da ottenerne i vantaggi terapeutici, ma permettendo contemporaneamente al paziente di alimentarsi in maniera tutto sommato normale e senza avere un reale deficit energetico. Venne così ideata la dieta chetogenica così come viene infatti utilizzata tutt’ora in questi pazienti. Osservando inoltre gli effetti che questa aveva a livello del tessuto adiposo, è stato possibile rivisitarla anche nell’ottica della perdita di peso e della ricomposizione corporea.

Cosa è la dieta chetogenica?

Una delle motivazioni per cui la maggior parte delle persone ha difficoltà a perdere peso, nonostante un’alimentazione più o meno corretta, è un metabolismo non efficiente. Ciò vuol dire che l’organismo non è abituato ad usare gli acidi grassi del tessuto adiposo come fonte energetica, ma utilizza soltanto il glucosio a questo scopo, ostacolando di conseguenza il consumo delle scorte di grasso. Un metabolismo efficiente, al contrario, quando riceve il glucosio del pasto, userà immediatamente quel glucosio a scopo energetico, e nel periodo di digiuno che intercorre tra un pasto e l’altro, produrrà energia tramite l’uso degli acidi grassi del tessuto adiposo. Questo fa sì che il tessuto adiposo venga consumato, riducendo la massa grassa ed evitandone un ulteriore accumulo. L’incapacità del corpo ad attivare questo processo può essere dovuto ad una dieta da sempre molto ricca in carboidrati e povera di grassi e proteine. In questo contesto si inserisce la dieta chetogenica che ha quindi lo scopo di insegnare al metabolismo ad usare gli acidi grassi.

Erroneamente si pensa che la dieta chetogenica sia una dieta iperproteica. La giusta definizione di dieta chetogenica è invece la seguente: dieta normoproteica, iperlipidica (o ipolipidica a seconda del protocollo usato) con carboidrati quasi nulli. L’elemento base che distingue infatti la chetogenica da tutte le altre diete è la mancanza quasi totale dei carboidrati, che vengono ridotti a meno di 30-50g al giorno. Andando a ridurre i carboidrati, diventa necessario per l’organismo trovare un substrato energetico alternativo al glucosio. Tutti i tessuti sono in grado di utilizzare sia il glucosio che gli acidi grassi a fini energetici, tranne il sistema nervoso. I neuroni infatti possono utilizzare soltanto il glucosio e un’altra categoria di molecole detti corpi chetonici. Questi, in una condizione di privazione di carboidrati, iniziano ad essere prodotti e utilizzati, portando allo stato metabolico chiamato chetosi.

L’eliminazione dei carboidrati ha effetto su due ormoni che regolano il metabolismo energetico, l’insulina e il glucagone. L’insulina è un ormone anabolico che permette di far depositare gli zuccheri sotto forma di glicogeno nel muscolo, e gli acidi grassi nel tessuto adiposo. Il glucagone al contrario favorisce la mobilizzazione del glicogeno soprattutto epatico, per convertirlo in glucosio, pronto per essere utilizzato dall’organismo. Nel momento in cui vengono eliminati i carboidrati dalla dieta, si riduce la produzione di insulina e aumenta quella di glucagone. Questo favorisce la mobilizzazione degli acidi grassi dal tessuto adiposo che a livello epatico vengono utilizzati per produrre energia, con la conseguente produzione di corpi chetonici e l’entrata del metabolismo nello stato di chetosi. Si può dire quindi di essere in uno stato di chetosi quando vengono prodotti chetoni per una concentrazione che si aggira intorno a 7-8 mmol/litro. Per proseguire le sue funzioni vitali l’organismo continuerà quindi ad utilizzare gli acidi grassi per produrre corpi chetonici ed energia, permettendo quindi una progressiva riduzione della massa grassa e la perdita di peso corporeo.  La dieta chetogenica si offre quindi come ottimo approccio dietetico per la perdita di peso che avviene anche in tempi più brevi rispetto ad approcci dietetici più tradizionali. Erroneamente la stato di chetosi indotto dalla dieta chetogenica viene confuso con lo stato di chetoacidosi, condizione patologica che si ha ad esempio in condizioni di diabete di tipo 1.  In quest’ultimo caso si tratta di uno stato patologico in cui le cellule non sono in grado di utilizzare ne glucosio ne chetoni a scopo energetico, provocando un accumulo di questi a livelli ematico che supera la concentrazione di 25mmol/litro causando uno stato di acidosi metabolica. Queste concentrazioni così elevate non vengono mai raggiunte con la semplice dieta nel soggetto sano. Per questo motivo questa dieta non viene fatta in pazienti con diabete di tipo 1.

Prima di continuare con i contenuti presenti negli articoli successivi è fondamentale ricordare che questo tipo di diete non può essere assolutamente fai-da-te. Se si eliminano autonomamente e indiscriminatamente i carboidrati, senza che vi sia un apporto corretto di proteine e grassi, si rischia sia di non arrivare allo stato metabolico della chetosi, sia di causare danni all’organismo, come il depauperamento della massa muscolare, che va assolutamente evitato. Quindi se si vuole provare un approccio di questo tipo è fondamentale farsi seguire da uno specialista.

Nel prossimo articolo vi parlerò dei pro e dei contro di questa dieta, non perdetevelo!

Bibliografia

  • The Ketogenic Diet: A complete guide for the Dieter and Practitioner. Lyle McDonald

2 pensieri su “Le diete CHETOGENICHE – #1”

    1. Ti ringrazio molto! I prossimi articoli sulla dieta chetogenica saranno pubblicati domani e sabato. Sono sicura che li troverai interessanti, fammi sapere!

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